La misura è colma da tempo e senza un intervento risolutore da parte della Regione…
La carenza di medici di base è un problema diffuso ma nelle aree interne (ovvero nei comuni più lontani dai centri urbani, come quelli delle nostre valli e della bassa) è una vera e propria emergenza.
Negli ultimi mesi il servizio di CADD (continuità assistenziale diurna diffusa) aveva garantito l’assistenza medica di prossimità fondamentale e necessaria ai pazienti ‘orfani’ di medico di base.
Nelle nuove regole di sistema approvate dalla Regione questo servizio viene sostituito con i cosiddetti AMT (Ambulatori Medici Transitori), che però prevedono condizioni economiche e logistiche peggiorative per i medici.
Alcuni di loro hanno già annunciato di non poter prestare servizio a queste nuove condizioni perché non sostenibili…
Ma il servizio di assistenza medica territoriale non può essere messo in discussione.
Indipendentemente dall’acronimo del nome e dalle modalità, non possiamo accettare che interi territori restino senza un riferimento di prossimità per la cura.
Riteniamo che Regione debba intervenire al più presto per confermare almeno la situazione attuale che, per quanto insufficiente, consente di tamponare le esigenze più urgenti. In attesa che, nei prossimi mesi, un nuovo contingente di medici entri in servizio permanente.
In questa fase critica della medicina territoriale non possono essere tagliate risorse e chiediamo quindi alla DG Welfare di sostenere le ASST per garantire il servizio necessario per chi non ha ancora il medico di base.