La misura è colma da tempo e senza un intervento risolutore da parte della Regione…
Martedì 19 dicembre è iniziata la sessione dedicata al bilancio regionale. Un bilancio che lo stesso Fontana ha definito ‘conservativo’, ed è proprio questo il problema: la Lombardia, con questa programmazione politico-finanziaria, resta una regione immobile in un mondo che cambia e va avanti.
Abbiamo provato a dare il nostro contributo al bilancio di previsione in discussione attraverso alcuni ordini del giorno ed emendamenti che a nostro parere sono migliorativi rispetto alla proposta della maggioranza. Personalmente mi sono concentrato, oltre che su alcune questioni territoriali, sulle RSA e su alcuni altri temi sanitari che non voglio, non posso credere, che nel merito vedano la maggioranza contraria. Come l’attività di prevenzione e screening per debellare l’epatite C, il finanziamento dei corsi di formazione per gli ASA e gli OSS, l’aumento dei fondi per le politiche sociali dei Comuni.
Eppure rischiamo che tutto il nostro lavoro rimanga solo sulla carta, una montagna di carta sprecata, e non un terreno di confronto e dialogo tra le forze politiche in aula.
Noi capiamo che la coperta sia – ovvero che i fondi disponibili siano limitati – , e capiamo e condividiamo la volontà di Regione Lombardia di non gravare con nuova tassazione sui cittadini…ma non può essere tanto corta da giustificare tutti i tagli che stiamo vedendo e di cui non capiamo il ragionamento politico che sta dietro.
E ancora, non è possibile che su una cifra totale di 32 miliardi di bilancio non ci siano alcuni milioni di euro – non dico miliardi – sui quali possiamo discutere e dove le minoranze, che comunque rappresentano più di 1 milione di lombardi, non possono vedere accolte alcune loro proposte.
Ma vogliamo davvero sia così? È questa la democrazia?
In aula sono intervenuto sottolineando quello che a mio parere è un problema di metodo all’interno del Consiglio, invitando i colleghi consiglieri, di maggioranza e di opposizione, a riappropriarsi del ruolo politico che la Costituzione e lo Statuto ci consegna, abbandonando i panni impropri e anche un po’ frustranti dei meri ratificatori delle decisioni della Giunta.
Qui il mio intervento in Consiglio regionale.