La misura è colma da tempo e senza un intervento risolutore da parte della Regione…
Tanti, troppi turni ‘scoperti’ nei reparti di emergenza degli ospedali lombardi e le ASST locali sono costrette a ricorrere ai medici gettonisti, ovvero professionisti ‘a chiamata’ che vengono pagati a singola prestazione.
Risultato: una spesa che grava per oltre 27 milioni annui sui conti di Regione Lombardia. I dati, comunicati dalla direzione generale welfare al Gruppo consiliare PD che ne aveva fatto richiesta, fotografano una situazione critica, all’interno della quale il picco di spesa si registra proprio a Bergamo.
A livello lombardo l’ASST con più ore esternalizzate è la Bergamo Est con 3.185.446 euro di costi (di cui €. 2.633.980,00 per il reparto di anestesia e €. 551.466 per il reparto di pronto soccorso). A seguire l’ASST di Mantova e l’ASST Valle Olona. L’ASST Papa Giovanni XXIII ha rendicontato invece €. 402.928.
È evidente che l’esternalizzazione sia una pratica emergenziale e come tale non sostenibile a lungo termine; non c’è altra soluzione se non quella di agire sulle modalità di reclutamento dei medici, rendendo in primis più attrattiva la professione, anche dal punto di vista economico. Perché oltretutto non è accettabile che un medico in organico all’azienda sanitaria abbia uno stipendio mensile pari a quello che un gettonista, ingaggiato per le stesse mansioni, guadagna in pochi turni, visto che per questi ultimi il compenso lordo per un solo turno arriva talvolta a 1200/1300 euro.
Medici ma non solo, visto che anche infermieri e OSS sono spesso reclutati attraverso cooperative esterne. “Anche in questo caso – aggiunge Casati- paghiamo a caro prezzo la mancanza di programmazione a livello regionale e nazionale. Regione Lombardia da parte sua deve agire al più presto sulla formazione, tornando a finanziare i corsi per ASA e OSS che oggi sono a carico degli iscritti, in modo da aumentare a stretto giro l’offerta di professionisti.