La misura è colma da tempo e senza un intervento risolutore da parte della Regione…
In Lombardia non ci sarà alcun referendum sulla sanità: oggi la maggioranza in Consiglio regionale ha votato l’inammissibilità dei tre quesiti referendari depositati a fine luglio da associazioni, sindacati e cittadini, che miravano ad abrogare quelle parti della legge regionale sulla sanità che statuiscono la “equivalenza” e la “parità” tra la sanità privata e quella pubblica in Lombardia.
La maggioranza ha stoppato con un voto squisitamente politico l’iter della consultazione di iniziativa popolare, trincerandosi dietro alcuni cavilli normativi in nome dei quali ha votato l’inammissibilità dei quesiti referendari. Non solo il centrodestra ha dimostrato ancora una volta di essere completamente insensibile alle legittime richieste dei suoi cittadini, che rivendicano in diritto di curarsi in tempi certi e ragionevoli senza essere costretti a pagare, ma con il voto di oggi si è anche stabilito un pericoloso precedente: ogni qualvolta il referendum non sarà gradito alla maggioranza di turno, verrà votata in aula la sua inammissibilità.
Per protesta contro la decisione e, ancora prima, contro il metodo adottato dalla maggioranza di centrodestra, in particolare per non aver concesso al comitato referendario di controdedurre e per non avere ammesso nemmeno la richiesta della minoranza di sospendere la procedura e di aprire il dialogo con lo stesso comitato, insieme a Movimento 5 stelle, Patto Civico e Alleanza Verdi sinistra non abbiamo partecipato alla votazione, sollevando in Aula cartelli con scritto “la destra toglie la parola ai lombardi”, “Sulla tua salute decidono loro”, “la destra ha paura della voce dei lombardi” (in allegato la foto della protesta in aula).
Ma la nostra battaglia in difesa del diritto alla salute non finisce qui… continueremo a sostenere l’idea di una sanità pubblica e accessibile a tutti e lo faremo dentro e fuori dal Consiglio regionale.