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Solo una maggioranza ideologica poteva bocciare una mozione come la nostra che chiedeva, semplicemente, di assicurare in tempi brevi i finanziamenti e anticipare i fondi ministeriali, oltre a quelli stanziati a livello regionale, ai centri antiviolenza. Non solo, la stessa Assessora nel suo intervento non ha smentito il contenuto del nostro testo ma ha anche ammesso che i fondi per i CAV sono aumentati di 2 milioni di euro grazie al nostro ordine del giorno approvato nello scorso bilancio.
Per questo davvero non si capisce come la destra non abbia potuto convergere su una battaglia di civiltà come quella di dare più sostegno alle strutture che offrono l’assistenza legale e psicologica, che aiutano nel reinserimento lavorativo, che danno sostegno alla genitorialità per le vittime di violenza. Ancora una volta l’ideologia ha preso il sopravvento.
I centri antiviolenza svolgono un ruolo prezioso, alla luce dei dati impressionanti di violenza contro le donne – dei circa 12 milioni e mezzo di donne tra i 18 e i 84 anni che dicono di aver subito violenza, solo il 5 per cento riesce a denunciare. Eppure, ad oggi, nonostante le disposizioni contenute nella Convenzione di Istanbul, in Italia le strutture che si occupano di accogliere le vittime di violenza sono ancora poche, una ogni 50mila donne. Non solo, anche i finanziamenti, che sono ancora insufficienti a garantire un servizio efficiente, spesso arrivano in ritardo, prova ne è la delibera che solo lo scorso 20 maggio ha stanziato i fondi ministeriali dedicati. Per questo per noi era vitale il voto favorevole di tutta l’Aula. Evidentemente la campagna elettorale per i rappresentanti della maggioranza non finisce mai.

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