La misura è colma da tempo e senza un intervento risolutore da parte della Regione…
Vogliamo restituire un diritto, quello alla salute e all’assistenza primaria, anche ai cittadini più poveri, che non hanno una casa, un letto sul quale dormire e quindi di conseguenza non hanno una residenza.
Per questo abbiamo presentato un progetto di legge per l’assegnazione del medico di base ai cittadini senza fissa dimora, proseguendo un impegno già intrapreso con la legge nazionale, a prima firma del parlamentare dem Marco Furfaro, che prevede una sperimentazione in 14 Città metropolitane.
Vogliamo sanare una situazione nella nostra regione che non è più accettabile, dando dignità ai più fragili tra i fragili, evitando che l’unica soluzione per loro sia rivolgersi sempre e comunque al pronto soccorso.
Qui il testo integrale del progetto di legge.
Oggi chi non ha una casa non ha una residenza e senza residenza non si può accedere all’assistenza primaria e quindi al medico di medicina generale. La proposta di legge risolve proprio questo problema. Stiamo parlando di persone che vivono nelle stazioni, lungo le strade, parliamo di padri di famiglia separati, persone vittime di violenza o senza lavoro che vanno a vivere magari a casa di amici, ma non hanno la residenza. E questo, purtroppo, vale anche per i minorenni che hanno i genitori senza fissa dimora.
La nostra proposta vuole, dunque, essere lo strumento per non lasciare solo chi ha meno. Perché il diritto alla salute va garantito anche alle persone senza dimora. Siamo ovviamente pronti a discutere di come attuare al meglio questo servizio, ma pensiamo che il principio non possa essere più messo in discussione. Per altro, unitamente all’emendamento al nuovo Piano sociosanitario regionale, approvato dal consiglio regionale a fine giugno, nel quale si faceva esplicito riferimento a come garantire le cure non solo ai cittadini italiani, ma anche alle persone straniere prive di permesso di soggiorno, andrebbe a colmare un vuoto evidente.
Un nuovo servizio ha sicuramente un costo, ma che è notevolmente più basso rispetto a quelli che oggi la collettività sostiene, perché i senza fissa dimora, che in Italia sono più di 90mila, si recano, appunto, al pronto soccorso. I dati ci dicono che a livello nazionale ci sono circa 10 accessi annui per ogni persona senza fissa dimora, e considerando che un costo medio di una visita al Ps è di 250 euro, vuol dire che il costo sanitario medio per ognuno di loro è di 2.500 euro. Invece, un medico di medicina generale costa alla collettività 80 euro all’anno a paziente. Oltre tutto c’è il tema della prevenzione: se queste persone accedono all’assistenza primaria, riusciamo a intercettare prima il bisogno di salute e quindi a ridurre il peggioramento di un’eventuale malattia e i costi sanitari futuri.
Ricordiamo che dall’ultimo censimento del 2022 risultano, in Italia, circa 96.000 persone senza fissa dimora, di cui il 62% di nazionalità italiana. Già 5 regioni hanno legiferato in questo senso: Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche. Nella proposta di legge del Pd lombardo sono previsti dei protocolli di intesa che Regione Lombardia dovrà stipulare con le associazioni e le realtà del terzo settore che si occupano delle persone senza fissa dimora, affinché ci sia una sensibilizzazione capillare per permettere che si iscrivano all’albo specifico della Asst di riferimento, che è lo strumento attraverso cui potranno poi accedere al servizio di assistenza primaria.
L’auspicio è che la nostra proposta possa trovare la massima condivisone da parte delle forze di maggioranza, come avvenuto a livello nazionale con l’approvazione all’unanimità alla Camera, per arrivare al più presto alla sua approvazione: